giornalisti come avvoltoi

Durante il mese di agosto, per andare al lavoro, riprendo ad usare l’automobile. Grazie ad un numero più elevato di parcheggi disponibili, ma sopattutto grazie al traffico diminuito mi risulta più comodo muovermi col mezzo privato anziché col mezzo pubblico. In particolare, nelle due settimane centrali del mese, per evitare più semafori possibili, preferisco utilizzare la tangenziale, passando per la galleria Giovanni XXIII, detta anche il passaggio a nord ovest. Questo percorso mi porta a passare di fronte al policlinico Gemelli, durante la strada di ritorno.
Era da qualche giorno che notavo, parcheggiati di fronte all’entrata del policlinico, diversi furgoni di varie testate giornalistiche, tutti dotati di antenna satellitare. Il primo giorno ho pensato che era successo qualcosa, poi, visto che i furgoni continuavano a rimanere lì, senza attività apparenti, mi è rimasto il dubbio, ma non mi è interessato approfondire,
Ieri ho saputo della morte dell’ex presidente della Repubblica Francesco Cossiga. Poi, uscendo dal lavoro, e passando di fronte al policlinico, ho visto un numero molto maggiore di furgoni e decine di giornalisti e operatori con le telecamere che facevano interviste. Quindi mi è venuto il dubbio, non è che Cossiga era ricoverato al Gemelli?
Arrivando a casa, mi sono subito collegato su Internet, scoprendo che, si, Cossiga era ricoverato al Gemelli.
Di conseguenza, i giornalisti erano lì da giorni come squali intorno alla preda. O meglio, come avvoltoi che volano a distanza, in attesa che la preda muoia, per gettarsi subito sui resti. E’ questo il paragone che mi viene più spontaneo, avvoltoi pronti a gettarsi sulla preda appena morta. I giornalisti sono rimasti, con i furgoni parcheggiati per giorni, in attesa della morte di Cossiga, per essere i primi a darne la notizia.
Non ho mai avuto una grande stima per i giornalisti, ma quest’ultimo esempio mi ha fatto diminuire ulteriormente la considerazione di questa categoria. Avvoltoi.

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