i nuovi padroni di casa
La notizia è ormai vecchia di un paio di mesi, ma visto che il blog era rimasto fermo, va anche bene pubblicarla adesso.
Verso la fine di gennaio, girando per internet, ho visto la pubblicità di un gattile di Milano che suggeriva la possibilità di adottare un gatto. Dopo aver riflettuto un po’ sui pro e i contro di avere un gatto per casa, mi sono convinto che fosse una buona idea e mi sono messo alla ricerca di dove si potesse adottare un gatto qui a Roma.
A Roma esistono varie colonie, alcune gestite dal comune, altre indipendenti; la scelta dettata esclusivamente da motivi logistici è caduta su quella situata a torre Argentina. Sul sito della colonia suggerivano, per chi sta spesso fuori casa, l’opportunità di non adottare un solo gatto, ma due.
Convinto della bontà dell’idea mi sono recato alla colonia per scegliere i “miei” due gatti.
La scelta è caduta su un maschio di colore nero di circa tre anni e su una femmina di circa sette mesi.
Il maschio, chiamato Miroul aveva una storia particolare, era provvisto di un microchip che dal codice risultava provenire dal Canada ed era evidentemente un gatto che era stato smarrito. Anche perché nessuno porta un gatto dal Canada in Italia con lo scopo di abbandonarlo. Era chiuso in gabbia, non riuscendo a socializzare con gli altri gatti, ed era particolarmente depresso. Mi è subito piaciuto e l’ho subito scelto.
Per fargli compagnia tra i tanti gatti disponibili ero indeciso tra una gattina di circa sette mesi di colore bianco chiamata “Scienza” e una gattina sempre di sette mesi di colore bianco e nero chiamata “Organza”.
Alla fine ho scelto Organza, anche perché mi ricordava un po’ “Skippy”, il mio gatto precedente.
Nonostante avessi già superato il colloquio (di questo ne parlerò più avanti), non ho potuto prendere subito i due gatti, perché prima di affidarli fanno un’ultima visita dal veterinario. Per questo motivo ho dovuto aspettare un paio di giorni prima di poterli portare a casa; nel frattempo ho preparato il necessario, lettiera, cassetta, croccantini e trasportino.
Finalmente giunto il giorno stabilito, esco prima dall’ufficio e raggiungo la colonia, sbrigate le formalità burocratiche, prendo i gatti e in taxi fino a casa.
Arrivati a casa, come previsto, i due gatti sono subito andati a nascondersi; Organza sotto il letto, e Miroul sopra il frigorifero. Un po’ alla volta si sono abituati alla situazione, hanno visto che nessuno voleva fargli del male, che c’era da mangiare e si sono tranquillizzati.
Con me sono sempre stati buonissimi, da subito si sono fatti avvicinare e si sono dimostrati felici di farsi accarezzare. Meno bene sono andati i rapporti tra di loro, il maschio, già adulto e abituato a stare da solo, non tollerava la presenza di un altro gatto, che per di più voleva avvicinarsi e giocare. Il risultato era che Organza si avvicinava, e Miroul le dava qualche zampata, fino a che lei non reagiva e quindi se le davano si santa ragione. Alla fine finiva sempre con Miroul in fuga e Organza all’inseguimento.
Per dormire c’erano meno problemi, durante il giorno avevano a disposizione un divano e due poltrone, e durante la notte riuscivano a stare nel letto senza litigare.
Le cose stavano lentamente migliorando, quando un sabato mattina, circa dieci giorni dopo averli presi, mentre stavo semi-sdraiato sulla poltrona leggendo un libro, mi arriva una telefonata dalla colonia: si sono fatti vivi gli ex proprietari di Miroul e lo rivogliono indietro.
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